Perché gli studenti dimenticano? 5 Tecniche per ricordare meglio la lezione

Da tempo i docenti sanno che la semplice memorizzazione può portare ad una comprensione superficiale di materiale che viene rapidamente dimenticato. Ma nuove ricerche nel campo della neuroscienza stanno cominciando a far luce sul modo col quale apprendiamo, evidenziando l'importanza di strategie per trattenere la conoscenza.
In un recente articolo pubblicato nella rivista Neuron, i neurobiologi Blake Richards e Paul Frankland sfidano la visione predominante della memoria, che sostiene che dimenticare è un processo di perdita: il lavaggio graduale di informazioni critiche nonostante i nostri sforzi per trattenerle. Secondo Richards e Frankland, l'obiettivo della memoria non è solo quello di memorizzare le informazioni in modo accurato ma di "ottimizzare le decisioni" in ambienti caotici e in rapida evoluzione. In questo modello cognitivo, dimenticare è una strategia evolutiva, un processo mirato che si svolge sullo sfondo della memoria, valutando e scartando informazioni che non promuovono la sopravvivenza della specie.
"Da questa prospettiva, dimenticare non è necessariamente un fallimento della memoria", spiegano Richards e Frankland nello studio. "Piuttosto, può rappresentare un investimento in una strategia mnemonica più ottimale".

ebbinghaus curva oblioLa curva dell'oblio
Pensiamo spesso ai ricordi come a libri in una biblioteca, archiviati e accessibili quando ci servono. Essi sono in realtà più simili a ragnatele, fili di ricordo distribuiti in milioni di neuroni collegati. Quando impariamo qualcosa di nuovo, il materiale è codificato in queste reti neurali, trasformando l'esperienza in memoria.
Dimenticare è la nemesi della memoria, come ha rilevato lo psicologo Hermann Ebbinghaus nel 1880. Ebbinghaus ha promosso una ricerca approfondita nel campo della memoria e dell'apprendimento, osservando ciò che ha chiamato la curva dell'oblio, una misura di quanto dimentichiamo col tempo. Nei suoi esperimenti, ha scoperto che senza alcun rinforzo o connessione a conoscenze precedenti, le informazioni vengono rapidamente dimenticate (addirittura il 75 per cento dopo soli sei giorni).
Cosa si può fare allora per preservare il duro lavoro dell'insegnante?

La persistenza della memoria
Lo stesso circuito neurale sembra coinvolto sia nel dimenticare che nel ricordare. Se capiamo questo passaggio, gli studenti e gli insegnanti possono adottare strategie per ridurre la perdita di memoria e rafforzare l'apprendimento.
I neuroscienziati del MIT, guidati da Richard Cho, hanno spiegato i meccanismi di rafforzamento sinaptico in un articolo del 2015 pubblicato anche su Neuron. Quando i neuroni vengono sollecitati spesso, i collegamenti sinaptici vengono rafforzati. Conosciuta come plasticità sinaptica, questa legge spiega perché alcune memorie persistono mentre altre svaniscono. Accedendo frequentemente a una memoria immagazzinata, ad esempio una regola di geometria o un fatto storico cruciale, riaccendiamo la rete neurale che contiene la memoria, attività che permette di codificarla più profondamente.
I ricercatori hanno anche appreso che non tutti i nuovi ricordi sono uguali. Ad esempio, qui ci sono due set di lettere da ricordare:
NPFXOSK
ARANCE
Per i lettori inglesi, il secondo set di lettere è più memorabile: più sono le connessioni neurali, tanto più forte è la memoria. Le sette lettere di NPFXOSK sembrano casuali e disgiunte, mentre ORANGES beneficia del suo contesto linguistico esistente e profondamente codificato. La parola ORANGES (arance) invoca anche la memoria sensoriale, dall'immagine di un'arancia al suo odore, e magari evoca altri ricordi di arance nella nostra cucina o che crescono su un albero. Noi insomma ricordiamo stratificando nuovi ricordi sulle fondamenta di quelle più vecchie.

neuroscienze didattica5 STRATEGIE PER IL DOCENTE
Quando gli studenti imparano nuove informazioni, il cervello crea nuove connessioni sinaptiche. Due modi scientifici per aiutarli a trattenere la conoscenza è fare in modo che si creino più connessioni possibili ad altri concetti, ampliando così la ragnatela delle connessioni neurali, ma anche accedendo ripetutamente alla memoria nel tempo. Ciò spiega perché le seguenti strategie di apprendimento, tutte legate alla ricerca condotta negli ultimi cinque anni, sono così efficaci:

  1. Spiegazioni peer-to-peer: quando gli studenti spiegano ciò che hanno imparato ai coetanei, le memorie sbiadite sono riattivate, rafforzate e consolidate. Questa strategia non solo aumenta la ritenzione delle informazioni ma incoraggia anche l'apprendimento attivo (Sekeres et al., 2016).
  2. L'effetto di spaziatura (ripetizione dilazionata): invece di affrontare un argomento e poi andare avanti con il programma, il docente dovrebbe rivedere le idee chiave durante tutto l'anno scolastico. Le ricerche dimostrano che gli studenti hanno un'ottima accademricordano meglio quando hanno più opportunità di rivedere materiale appreso. Ad esempio, gli insegnanti possono rapidamente includere una breve revisione di ciò che è stato trattato parecchie settimane prima nelle lezioni in corso o utilizzare i compiti a casa per "riesporre" gli studenti a concetti precedenti (Carpenter et al., 2012; Kang, 2016).
  3. Test frequenti: per controllare regolarmente l'apprendimento, i test frequenti possono aumentare la durata della conservazione nella memoria ed aiutano inoltre a proteggere dallo stress, cosa che spesso pregiudica le prestazioni di memoria. I test possono essere semplici e senza voto, ad esempio un rapido quiz all'avvio di una lezione o una partita a Kahoot. Suddividere grandi argomenti in parti più piccole e proporre test dilatati su diversi mesi risulta essere un approccio efficace (Butler, 2010; Karpicke, 2016).
  4. Mescolare i concetti: invece di raggruppare insieme problemi simili, è meglio mescolarli. La soluzione dei problemi comporta l'identificazione della strategia corretta da utilizzare e quindi la sua esecuzione. Quando vengono raggruppati problemi simili, gli studenti non devono pensare a quali strategie utilizzare, ma applicano automaticamente la stessa soluzione più e più volte. Mescolare i concetti obbliga quindi gli studenti a pensare con la loro testa e codifica l'apprendimento più profondamente (Rohrer, 2012).
  5. Combinare testo e immagini: è spesso più facile ricordare le informazioni che sono state presentate in modi diversi, specialmente se gli strumenti visivi ci aiutano a organizzare le informazioni. Ad esempio, accoppiare l'elenco dei paesi occupati dalle forze tedesche durante la Seconda guerra mondiale con una mappa dell'espansione militare tedesca può rafforzare la lezione. È dunque più facile ricordare ciò che è stato letto e visto (Carney & Levin, 2002; Bui & McDaniel, 2015).

Questo articolo è una traduzione di https://www.edutopia.org/article/why-students-forget-and-what-you-can-do-about-it