La bufala delle intelligenze multiple di Gardner

intelligenze multiple non esistonoTra i più interessanti saggi che sto divorando, il più sconvolgente è quello di John G. Geake, Il cervello a scuola: Neuroscienze e educazione tra verità e falsi miti. Nella sua documentatissima analisi l'autore smonta alcune credenze didattiche sulla base delle ultime acquisizioni delle scienze neurali.
A farne le spese è una seguitissima teoria, quella delle Intelligenze Multiple di Howard Gardner, il quale ha notoriamente scomposto la cognizione umana in sette intelligenze — logico-matematica, verbale, interpersonale, spaziale, musicale, motoria e interpersonale — .
Geake comincia con l'accusarlo (ironicamente) di plagio: "Bisognerebbe notare che tale divisione non è originale: circa 2500 anni fa Platone affermò che il programma educativo ideale doveva comprendere sei materie: la logica, la retorica, l’aritmetica, la geometria-astronomia, la musica e la danza-corporeità. Per gli aspiranti re-filosofi, era raccomandata anche la meditazione. Aggiornando un paio di termini, vediamo che le intelligenze multiple di Gardner corrispondono al programma educativo di Platone".
Arriva poi al sodo: "Ciò implica che il nostro cervello tratti le informazioni specialistiche connesse a queste materie in modo del tutto indipendente? No. Ogni materia scolastica presuppone che la memoria di lavoro coordini l’elaborazione delle informazioni sensoriali, la rievocazione dalla memoria, l’espressione linguistica, il calcolo e via dicendo. In altre parole, non esistono intelligenze multiple, ma molteplici applicazioni dell’intelligenza generale a vari generi di compito.
L’errore del modello delle intelligenze multiple è che il modo di operare del cervello, nelle sue molteplici funzioni, non corrisponde al modo in cui noi vediamo queste suddivisioni funzionali dall’esterno; e se è per questo neppure introspettivamente, dall’interno".
Va detto, a difesa di Gardner, che il modello delle intelligenze multiple è stato spesso frainteso nella sua entusiastica applicazione in classe; specialmente per la presunta implicazione che, esistendo più intelligenze, ciascun allievo debba brillare inaspettatamente in almeno una di esse. Purtroppo, però, in realtà le capacità cognitive tendono a essere correlate tra loro nella stessa persona; si spiega così la crescente quantità di insegnanti che riferisce di avere applicato la teoria delle intelligenze multiple nella propria classe e di non avere osservato alcun effetto a lungo termine.
Geake cita infine molte prove a sostegno della propria teoria, a cominciare dai dati statistici: "Negli anni Novanta, lo psicometrista John Carroll ha condotto una metanalisi, considerando migliaia di articoli di ricerca sulle differenze individuali relative a un’ampia gamma di misure cognitive, e ha riscontrato che, in misura modesta ma significativa, tutte queste misure risultano correlate fra loro".