Pokemon Go nella didattica

pokemon go didatticaIn pochissimi giorni Pokemon Go ha cambiato il mondo dei videogiochi, lanciando una moda che durerà quantomeno per l'intera estate 2016.
Il gioco, basato sui celebri personaggi creati in Giappone nel 1996, prevede che gli utenti vaghino per le strade del mondo alla ricerca dei Pokemon (che non è altro che l'abbreviazione di "Pocket Monsters", mostricciattoli tascabili), catturandoli con le proprie sfere Poké.
Nonostante le prime inevitabili critiche (con le probabili false notizie virali che parlano di incidenti dovuti alla noncuranza di invasati giocatori) è indubbio che il gioco della Nintendo stia favorendo una nuova modalità ludica:

  • i ragazzi escono di casa e camminano all'aria aperta
  • si favorisce la socialità (i Pokestop diventano un luogo di incontro)
  • si imparano a conoscere i monumenti storici della propria città (in molti di essi il programma piazza dei Pokestop, luoghi in cui si possono vincere sfere, uova o altri gadget utili per la prosecuzione del gioco).

Fermo restando che Pokemon Go non rappresenta una reale novità (avevo già parlato in un precedente post di quella bellissima pratica che si chiama Geocatching), mi sono chiesto in che modo possa favorire lo sviluppo di competenze per la didattica della geografia.
Pokemon Go ci aiuta a pensare geograficamente ed in particolare (ciascuno può poi scalarlo sul grado di scuola in cui insegna):

  • a riconoscere i punti cardinali
  • comprendere la scala e la legenda di una mappa
  • individuare posizioni relative e assolute
  • identificare punti di riferimento
  • trovare somiglianze e differenze tra differenti tipi di mappe
  • approfondire concetti spaziali come distanza e direzione