Evidence Based Learning

La ricerca scientifica negli ultimi anni si è dimostrata in grado di fornire alle scuole un quadro di sintesi su "cosa funziona meglio, nei diversi contesti".
E' nato così un orientamento che mira alla produzione e diffusione di conoscenze didattiche affidabili per una istruzione informata da evidenze, è l'Evidence Based Education (d'ora in poi EBE).

evidence based learning1. IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA ALLA DIDATTICA

L'EBE è l’integrazione delle proprie capacità di giudizio professionali con le migliori evidenze empiriche disponibili nella presa di decisioni didattiche.
Senza le capacità di giudizio professionali non sarebbe possibile: adattare la conoscenza scientifica ai contesti didattici quotidiani; compiere scelte razionali in molte situazioni in cui le evidenze ancora non ci sono o sono largamente insufficienti. Senza le migliori evidenze empiriche, d'altro canto, non sarebbe possibile: compiere scelte fondate tra differenti opzioni didattiche; sviluppare nuove conoscenze (reale innovazione); evitare di compiere scelte basate su opinioni, mode o credenze. Illuminante in questo senso il pensiero di Goldacre: "Non si tratta di dire agli insegnanti che cosa fare. È proprio l’opposto. Si tratta di sviluppare la loro professionalità perché possano prendere decisioni indipendenti, informate su che cosa funziona meglio, producendo evidenze di buona qualità, e usandole con piena consapevolezza". [Goldacre, 2013]

2. I METODI DELL’EBE

Si parte da un problema rilevante per la pratica didattica (ad esempio: Che cosa sappiamo sull’efficacia dell’uso dei video per l’apprendimento?). In un secondo momento si selezionano, analizzano e confrontano i risultati degli studi più rigorosi che hanno analizzato quel problema (es. revisioni sistematiche, meta-analisi, effect size). Infine se ne traggono le conclusioni e le indicazioni operative.
L'Effect size (dimensione o ampiezza dell’effetto) è una misura standard statistica che consente di esprimere l’efficacia di un intervento (più alto è il suo valore, più l’intervento didattico è risultato efficace).
Una logica facilmente intuibile: i risultati di singoli studi possono essere tra loro discordanti e offrire indicazioni fuorvianti; guardare al corpus di ricerche disponibili nel suo complesso, invece che agli studi isolatamente, può consentire di ottenere conoscenze più facilmente trasferibili.

3. LA META-ANALISI DI HATTIE

La Bibbia dell'EBE è il monumentale volume di John Hattie del 2009 Visible learning. A synthesis of over 800 meta-analyses relating to achievement (tradotto in italiano nel 2016), a cui è seguito nel 2012 Visible learning for teachers.

hattie apprendimento visibile insegnamento efficaceHattie ha effettuato la più ampia meta-analisi mai condotta sugli effetti sull’apprendimento scolastico analizzando 130 fattori, relativi agli studenti, all’ambiente domestico e scolastico, agli insegnanti, ai curriculum e alle strategie didattiche.
Alcune delle più interessanti scoperte sono state riassunte da Trinchero in Costruire, valutare, certificare competenze:

  1. Adottare programmi piagetiani, ossia tenere conto di come “ragionano” gli allievi, rende maggiormente efficace l’azione formativa.
  2. Fornire valutazione formativa ai soggetti che apprendono rende maggiormente efficace l’azione formativa. Un buon feedback consente allo studente di capire se quanto ha appreso corrisponde alle aspettative dell’insegnante, quali obiettivi sono stati raggiunti e quali no e cosa deve cambiare nelle sue strategie.
  3. Riflettere sulla propria azione didattica attraverso il microteaching migliora l’efficacia formativa del docente. Con il termine “microteaching” si intende una riflessione sistematica e controllata del docente sul proprio insegnamento, condotta con l’ausilio di videocamere che ne riprendono le attività in classe o in simulazioni di laboratorio, e successiva riflessione guidata (debriefing) sui punti di forza e sui punti di debolezza della sua azione.
  4. Curare la chiarezza della propria esposizione migliora l’efficacia formativa del docente. Un docente che cura la chiarezza della propria esposizione, ossia che anticipa i contenuti e gli obiettivi della lezione, che organizza le lezioni secondo una struttura precisa (es. rilevazione delle preconoscenze e misconcezioni, esposizione, discussione, esercizio), che spiega utilizzando una terminologia accessibile al suo uditorio, che utilizza esempi, che fa svolgere pratica guidata e prevede momenti di valutazione con obiettivi chiaramente definiti e collegati alla pratica didattica, ha maggiori possibilità di promuovere apprendimento
  5. Adottare strategie didattiche basate sull’insegnamento reciproco rende maggiormente efficace l’azione formativa. Nel modello del Reciprocal Teaching, gli studenti assumono a turno il ruolo di “docenti” e preparano una lezione da esporre alla classe (o a gruppi di compagni o al limite ad uno solo dei propri compagni) a partire da testi o altri materiali di studio. Assumendo tale ruolo, gli studenti vengono indotti a controllare la propria comprensione dei contenuti, riassumendone i significati principali e ponendosi da soli le possibili domande che altri potrebbero porre loro nella lezione che terranno. Questo facilita lo sviluppo di strategie efficaci per riassumere testi, ideare domande e costruire risposte, chiarificare i concetti.
  6. Porsi in osservazione e in ascolto per ricevere feedback dagli allievi rende maggiormente efficace l’azione formativa.
  7. Costruire una buona relazione docente-studente rende maggiormente efficace l’azione formativa. E’ importante quindi la capacità di ascolto, l’empatia, il “prendere in carico” l’apprendimento dello studente e l’avere di lui una considerazione positiva, a prescindere da quali siano le sue prestazioni in quel momento
  8. Mettere in atto percorsi formativi che prevedano apprendimenti distribuiti nel tempo rende maggiormente efficace l’azione formativa
  9. Promuovere l’uso di strategie metacognitive rende maggiormente efficace l’azione formativa. Riflettere sistematicamente sul proprio modo di apprendere consente di identificare fonti di inefficienza ed inefficacia ed eliminarle, ricorrendo a possibili strategie alternative.