Il Problem Based Learning: una guida
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- Creato: Giovedì, 08 Settembre 2016 06:22
Da tempo sognavo di sperimentare in classe il Problem Based Learning, ma non trovavo materiale efficace che spiegasse realmente i passaggi chiave del metodo. In rete ci sono molti testi, ma sono quasi tutti scopiazzature o semplici elenchi.
Ho consultato alcuni testi in lingua inglese e mi sono fatto finalmente un'idea più precisa, soprattutto di quali siano effettivamente le operazioni che gli studenti devono compiere per giungere ad una soluzione del problema.
Che cos'è
Il PBL è una metodologia ufilizzata in piccoli gruppi condotti da un tutor che funge da facilitatore e propone problemi realistici ma incompleti che motivano gli studenti a discutere prima tra di loro e, successivamente, a ricercare al di fuori del gruppo le informazioni necessarie per risolvere il problema affrontato.
Un po' di storia
All'inizio degli anni Settanta un gruppo dei docenti della Facoltà di Medicina di McMaster, guidato dal neurologo Howard Barrows, era rimasto molto deluso dall'efficacia dei metodi tradizionali utilizzati nella Facoltà universitarie. Gli studenti riuscivano ad apprendere moltissime nozionì scientifiche ma poì dimostravano molte difficoltà nell'applicazione. Barrows lentamente si convinse che agli studenti di Medicina mancavano i legami tra le conoscenze ed i problemi clinici ed ipotizzò che, partendo dallo studio di casi clinici, gli studenti avrebbero integrato i contenuti disciplinari e che le strutture cognitive prodotte sarebbero state "centrate sul problema". Inoltre egli asseriva che in questo modo gli studenti avrebbero imparato a ragionare come professionisti.
Il metodo ha avuto successo ed è stato poi esteso all'insegnamento universitario ed infine alla scuola tout court.
SETTING
Preparare gli studenti
I nostri alunni non sono in grado di affrontare il Problem Based Learning senza averne fatto mai esperienza, tanto più se l'insegnante non ha mai sperimentato in classe neppure l'apprendimento collaborativo. Alcuni insegnanti preferiscono fare attività iniziali di team building per favorire la creazioni di legami forti nel gruppo, altri invece sottopongono ai ragazzi attività di pensiero creativo o laterale. L'idea migliore è quella di svolgere un piccolo PBL tutti insieme sotto la guida dell'insegnante, così da familiarizzare con il metodo.
Formare i gruppi
Il numero ideale di studenti per ciascun gruppo è 4-5. Naturalmente essi devono essere eterogenei (se ne avete dimestichezza, usate le stesse regole suggerite dal cooperative learning).
Ruoli
Come nel CL, è importante che ciascun membro del gruppo abbia un ruolo specifico, di cui è responsabile. Ecco una lista di possibili incarichi:
- Presidente. Chiarifica l'obiettivo, riassume i contenuti della discussione, distribuisce compiti, dirige i lavori.
- Segretario. Tiene traccia di ciò che si sta facendo, mantiene in ordine la documentazione.
- Controllore del tempo. Fa in modo che il gruppo non si perda in digressioni, controlla le tempistiche dei diversi step e verifica che tutti facciano ciò che è stato loro assegnato.
- Reporter. E' il portavoce del gruppo, responsabile dei contatti con l'insegnante e con gli altri gruppi. Informa i propri compagni circa i progressi del lavoro.
- Valutatore. Dà giudizi sul lavoro del gruppo, trova gli errori e anticipa possibili criticità.
Il problema
Il docente deve ricordare che il problema è ciò che gli permette di aggaciare gli studenti. Esso deve quindi possedere alcune caratteristiche che favoriscano l'inizio dei lavori:
coinvolgimento: assegnare un ruolo fittizio allo studente in modo che si senta realmente parte del problema (sei un investigatore, un giornalista, uno storico, etc.)
realtà: creare documenti verosimili che trasportino gli studenti in medias res (il problema può essere enunciato attraverso una lettera, un articolo di giornale, una richiesta di aiuto su una rivista, etc.)
LE FASI
1. Chiarificare il problema. Il gruppo, collettivamente e coscientemente, prende una posizione di partenza in base all’interpretazione comune del testo. Si segnalano e comprendono i termini “oscuri” e “strani” presenti nel testo.
2. Si formulano domande per definire il problema con più profondità. Questo aiuta gli studenti a comprendere meglio in che cosa consiste il problema. Gli alunni identificheranno così i loro bisogni per pianificare i successivi passaggi. Per lavorare con problemi complessi, gli studenti possono servirsi di alcune tecniche:
- scomposizione: suddividere il problema in elementi più semplici
- causa ed effetto
- diagramma/mappa (aiuta a capire come i fattori interagiscono tra loro e come un solo cambiamento può modificare tutto il processo)
- analisi SWOT (trovare i punti di forza (Strengths), i punti di debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto)
3. Identificare le proprie conoscenze ed individuare i propri bisogni di apprendimento. E' l'ideale conclusione del secondo passaggio.
4. Strutturare le idee. Gli studenti realizzano una mappa (o un diagramma) per avere una visione di insieme del problema. Ecco 5 regole per costruire mappe efficaci: seleziona: concentrati su un aspetto ed identifica le parole chiave ordina: metti i concetti in ordine (dal più astratto e generale al più concreto e specifico) raggruppa i concetti ad un livello simile e quelli che sono strettamente correlati collega: unisci i concetti con linee ed etichette
5. Gli studenti definiscono i loro obiettivi e suddividono i compiti. Si deve tener conto di questi elementi, che vanno elencati in una scheda firmata da tutti i membri del gruppo:
- Cosa. Bisogna evitare i compiti generici. Occorre inserire specifiche descrizioni dei compiti assegnati ed una chiara definizione del risultato atteso (che cosa deve produrre il singolo studente?)
- Chi. Il lavoro deve essere assegnato in modo che le abilità di ciascuno siano valorizzate ed in modo che l'impegno sia equilibrato e non sbilanciato (solo alcuni lavorano).
- Come. Occorre definire le risorse necessarie per svolgere il compito: leggere una parte del manuale, fare una ricerca su internet, consultare un esperto.
- Quando. Si deve determinare una scadenza per la consegna dei lavori.
6. Ricerca. Gli studenti portano a termine le ricerche assegnate a casa.
7. Discutere e valutare nuove informazioni. Gli studenti si chiedono se il risultato dei loro sforzi è rilevante oppure se necessitano di ulteriori ricerche e approfondimenti.
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE FASI
FASE | SCOPO | ATTIVITA' | DURATA |
1 | Chiarire il problema | Ciascun gruppo di studenti riceve un problema da risolvere e cerca di comprenderlo. Vengono suddivisi i ruoili all'interno del gruppo | 15 minuti |
2 | Formulare domande | Brainstorming per trovare almeno 10 domande relative al problema | 15-30 minuti |
3 | Identificare le conoscenze e i bisogni di apprendimento | Il gruppo stabilisce che cosa già conosce delle risposte alle domande del passo precedente | 15 minuti |
4 | Strutturare le idee | Disegnando una mappa gli studenti raggruppano le idee e decidono che cosa merita un ulteriore approfondimento | 30 minuti |
5 | Formulare gli obiettivi e distribuire i compiti | Ad ogni studente è assegnata una ricerca per approfondire un particolare aspetto del problema | 30 minuti |
6 | Effettuare le ricerche | Le singole ricerche proseguono individualmente a casa | alcuni giorni |
7 | Discutere e valutare le informazioni | Gli studenti, discutendo e valutando le informazioni, trovano le soluzioni più efficaci al problema | 45 minuti |
LA SOLUZIONE
Gli studenti presentano infine un doppio prodotto:
- un report dove sono indicate le diverse fasi del processo di apprendimento (le schede che gli studenti hanno compilato durante il percorso)
- una presentazione alla classe delle soluzioni proposte
LA VALUTAZIONE
Si possono attuare 3 tipi di valutazione:
- il docente valuta il report
- il docente valuta la presentazione
- il gruppo valuta la propria prestazione (autovalutazione)